sabato, dicembre 17, 2005

SPECIALE MOTLEY CRUE!


Chi non ha mai sentito parlare dei Motley Crue, alzi la mano, si vergogni e faccia dieci minuti di castigo dietro la lavagna!
E' un po' come non conoscere un pezzo di storia, una parte
fondamentale.
Agli albori degli anni '80, in quel di Los Angeles, c'era un' allegra combriccola di ragazzotti, un po' arrabbiati, ma soprattutto con una grande passione per la vita, le donne, i motori e lo spettacolo.
In non ben precisate
circostanze (si favoleggia molto e sempre sulle origini di una band) Vince Neil (voce), Nikki Sixx (basso), Mick Mars (chitarra) e Tommy Lee (batteria) decidono di mettersi a suonare insieme, stanno nascendo i Motley Crue.
E' Nikki il vero mastermind della band, è lui che scrive i brani (con sporadici interventi di Mick qua e là).
Gli inizi, si sa, sono sempre duri per una band, ma i Motley hanno una perfetta combo di aggressività, melodia e soprattutto un look sconvolgente, glam all' estremo.
E' nel Dicembre del 1982 che finalmente vede la luce "Too fast for love", primo rozzissimo album dei nostri che include una piccola perla come "Live Wire".
Segue, nel 1983, "Shout at the devil" in cui troviamo ancora il lato grezzo dei Crue, ma che comunque si va a piazzare tra i loro migliori album, sicuramente degne di nota la titletrack, "Looks that kill" e la fantastica cover di "Helter Skelter" dei Beatles.
E' ora di fare sul serio ed i nostri lo sanno, li attende la prova del terzo LP ed infatti
viene immesso sul mercato, nel 1985, "Theatre of Pain", obiettivamente non un gran disco, ma con spunti melodici degni di nota, all' interno, troviamo comunque la splendida "Home sweet home".
Si inizia a parlare di crisi, di prematuro scioglimento, ma i Motley non vogliono saperne, sono quasi all' apice del successo ed ecco che arriva il miracolo datato 1987 ed intitolato "Girls girls girls". Il singolo (la titletrack) diventa un vero e proprio inno, le arene si riempiono ed i Crue toccano con mano il sogno di ogni musicista rock: stadi pieni, montagne di fans, soldi e donne a non finire.
Nel frattempo succede un po' di tutto: Vince Neil distrugge, in un incidente d' auto la sua Ford Pantera (nell' incidente morirà Razzle, batterista degli Hanoi Rocks, sui quali farò uno speciale a breve) e, fatto ancor più grave, Nikki Sixx va in overdose (gli ci vorranno due iniezioni di adrenalina per farlo riprendere dall' arresto cardiaco).
Ma da tutti questi guai ne esce un album pazzesco: "Dr. Feelgood". E' il capolavoro. La consacrazione dei Motley Crue. Scalano le chart in maniera impressionante, vendono milioni di copie e partono per una colossale tournèe in lungo ed in largo per il pianeta terra.
Tommy Lee fa scintille dietro le pelli ed inizia a stupire il pubblico con la sua batteria volante e roteante (sì avete capito bene). Sono tutti in gran forma, ma come tutte le belle favole sono destinate a finire, anche questa, ad un certo punto, si interrompe. Vince lascia il gruppo (sostituito da John Corabi). Tommy viene e va. Intanto tutti i membri iniziano a dedicarsi a vari side-project, tranne Mick alle prese con una rarissima malattia (spondilite anchilosante) che lo costringe a curarsi senza tregua.
Passano gli anni, tanti, troppi senza avere notizie dei M
otley Crue, se non qualche sporadica apparizione con line-up provvisorie.
Finchè un giorno, come dal nulla inizia a serpeggiare la voce di un possibile ritorno sulle scene dei Crue per un tour d' addio in formazione originale.
E' il delirio: i fans non li hanno dimenticati, iniziano a comparire, prima trafiletti sui giornali, poi articoli, interviaste, prime pagine in tutto il mondo, finchè un giorno arriva la conferma ufficiale: sono tornati!
Febbraio 2005: esce "Red White & Crue": un best of con un paio di inediti più una cover ("Anarchy in the U.K."), poi parte il famigerato tour d'addio con tappa anche in Italia al Gods of Metal.
E' la fine dunque?
No, perchè i Crue sono rientrati in studio ed hanno promesso un LP tutto nuovo... sì, sono invecchiati, Vince è un po' ingrassato e non ha più la voce di un tempo, Mick è praticamente immobile a causa della sua malattia, ma tutti i detrattori di questa band storica si sono dovuti arrendere di fronte all' impatto che i quattro losangelini hanno ancora dal vivo, sono emozioni uniche che non moriranno mai.
Li aspettiamo dunque e sarà ancora GRANDE ROCK!